La Differenza fra Intelligenza e Intelligenza Emotiva

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Oggi si parla sempre più di Intelligenza Emotiva. Che differenza c’è con l’Intelligenza?

Definizioni di Intelligenza e Intelligenza Emotiva

La parola “Intelligenza” deriva dal verbo latino “Intelligere”, composto da “Intus” (dentro) e “legere” (leggere) e, come dice il termine stesso, esprime la capacità di “leggere-dentro”, ovvero di andare oltre il significato delle parole e di stabilire una correlazione “logico-cognitiva” con gli eventi e gli elementi, oggetto della discussione.

La parola “Emotiva” fa invece riferimento alle Emozioni (dal latino “e-moveo” che significa “muovere verso”) e denota un aspetto dell’Intelligenza, legato all’attitudine di “riconoscere, utilizzare, comprendere e gestire in modo consapevole le proprie ed altrui emozioni”, indipendentemente dalle competenze, conoscenze ed esperienze.

Come si misurano queste due diverse tipologie di Intelligenza

Esistono due particolari indicatori per misurare il grado di Intelligenza ed Intelligenza Emotiva posseduti.

Il primo si chiama “Quoziente Intellettivo (Q.I.)” ed è un punteggio, ottenuto tramite le corrette risposte ad un Test, che si prefigge lo scopo di misurare o valutare l’Intelligenza di un individuo, ovvero il suo sviluppo cognitivo.

Il secondo si chiama “Quoziente Emotivo (Q.E.)” misura la capacità di un soggetto di percepire, controllare, valutare ed esprimere emozioni e si ottiene anch’esso attraverso alcuni Test, fra i quali il “Boston EI Questionnaire”.

Il “Q.E.” è successivo al “Q.I.”, in quanto è stato creato e sviluppato dal 1990 in poi dagli psicologi americani John Mayer, Peter Salovey e soprattutto da Daniel Goleman, autore del celere libro “Intelligenza Emotiva”.

La Differenza fra Intelligenza e Intelligenza Emotiva

Da quanto sopra esposto emerge quindi una sostanziale differenza fra le due tipologie di Intelligenza: la prima fa riferimento alla sfera “razionale- cognitiva”, mentre la seconda alla sfera “personale-emotiva” dell’essere umano.

Col passare del tempo si è compreso che non basta possedere solo la prima forma di Intelligenza ma, per migliorare i rapporti con gli altri, occorrerà sempre più possedere in futuro le seguenti caratteristiche: Consapevolezza Emotiva (abilità di orientare i propri comportamenti conoscendo le proprie emozioni), Autocontrollo (capacità di gestire le proprie azioni), Motivazione (incentivo a fare bene), Empatia (capacità di entrare nei panni dell’altro) ed, infine, le Abilità Sociali (attitudini e comportamenti da tenere per interagire con le emozioni delle altre persone). 

Vale la pena, a tal proposito, citare la massima di Daniel Goleman: “abbiamo due menti, una che pensa, l’altra che sente. Queste due modalità della conoscenza, così fondamentalmente diverse, interagiscono per costruire la nostra vita mentale”. Solo in questa maniera sarà possibile percepire più compiutamente la realtà circostante.